Molte persone, nella società moderna, conducono una vita in media troppo sedentaria. Sarebbe bene muoversi di più, camminando di buon passo appena possibile, andando in bicicletta, praticando attività sportiva non agonistica, o dedicandosi a hobby come il giardinaggio. Praticando almeno due ore e mezza di attività fisica moderata alla settimana (ancora meglio superandole) migliora in modo importante il nostro stato di salute, e si riduce al tempo stesso la probabilità di essere colpiti da malattie come il diabete, l’infarto, l’ictus.
Ma quali di questi vantaggi derivanti dall’attività fisica si ottengono grazie a una riduzione del tasso di colesterolo “cattivo” LDL, o mediante altri meccanismi?
La risposta non è semplice: i processi metabolici, infatti, sono diversi da persona a persona, così come gli effetti dello stile di vita o delle scelte alimentari. In media, tuttavia - contrariamente a quanto si possa pensare - l’attività fisica non riduce significativamente il livello del colesterolo LDL: tende eventualmente ad aumentare (per quanto il significato di questo aumento sia oggi incerto) il livello del colesterolo buono HDL; si riducono invece i livelli nel sangue dei trigliceridi: tanto più (mediamente) quanto più sono elevati (1). Altri aspetti metabolici migliorano in modo più o meno netto: aumenta la sensibilità all’insulina, e le arterie diventano più elastiche e più sensibili agli stimoli che ne facilitano la dilatazione, con il risultato che la pressione arteriosa tende a scendere (2). Il peso corporeo tende inoltre a calare, e la riduzione è soprattutto dovuta a un calo del grasso corporeo: i muscoli tendono invece a potenziarsi e mantenersi in salute nel tempo (3).
L’attività fisica – questo è fuori dubbio - è quindi estremamente utile per l’organismo. Ma probabilmente i meccanismi di questa protezione sono molteplici e complessi, e non dipendono dal calo del colesterolo LDL. Il che vuol dire che se il nostro colesterolo cattivo deve assolutamente calare, le scarpette da ginnastica e la palestra possono non essere sufficienti.
Bibliografia:
Data ultimo aggiornamento:26 febbraio 2018